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Inspiration

Chiara Ricci / Inspiration

Nell’autoproduzione il designer segue direttamente l’intera filiera produttiva: il progetto, la sua realizzazione e la distribuzione. “Autoproduzione è autonomia creativa, curiosità laboriosa, coraggioso viaggio intrapreso per conoscere e costruire se stessi attraverso l’operare con le mani e la mente. É coltivare e fare fruttare volontà e talento, anziché delegarle interamente alla responsabilità di altri. É fornire un esempio di come sia possibile lavorare non solo per il guadagno materiale, lo stipendio o la posizione sociale, ma per associare un’onesta gratificazione economica ad una remunerazione di carattere emotivo e spirituale. É cercare, inventare, provare e riprovare, superare con pazienza e determinazione le difficoltà degli inevitabili fallimenti per ottenere un prodotto funzionale, utile e bello. É avere a che fare non con una attività dai confini limitati, ma con una rete di pensieri e occupazioni che toccano campi collegati tra loro dal filo della intelligenza e della creatività. É condividere con gli altri impegni e competenze, scambiare idee e suggerimenti, tessere una trama di relazioni umane e lavorative. É contagiare, attraverso l’esempio, chi ci sta intorno, stimolandolo a credere e nutrire desideri e passioni. É connettere fantasia e tecnica, organizzazione produttiva e volontà commerciale. É relazionare intuizione e funzionalità ,fare dialogare l’arte del bricoleur con l’abilità dell’artigiano, la capacità visionaria dell’artista con la competenza del designer, la concretezza dell’imprenditore con l’immaginazione del poeta.”

Andrea Ponsi, Architetto , 6 Aprile 2013 Author

Il caffè fuori dalla tazzina

Designer che si lasciano animare da un workshop o un workshop animato dai designer? “Il caffè fuori dalla tazzina: metodi progettuali”: un workshop organizzato da Promotedesign in collaborazione con il Food Designer Paolo Barichella e Mogi Caffè che si è svolto nella suggestiva location “The Tank” a Milano il 6 giugno 2015.    ...

INSPIRATIONS

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Milano Design Week, un anno dopo.

Un appuntamento all’anno che non si può assolutamente perdere: la Milano Design Week. Eccovi il mio resoconto dell’edizione 2014. Il programma aveva poche tappe, ma per me significative. Tutte FUORISALONE. PADIGLIONE ITALIA Tenevo molto ad andarci e non sono rimasta delusa: un’associazione culturale, un piccolo “contenitore di designer”, vecchie e nuove conoscenze. “Disfunzione Mediterranea” era il tema dell’esposizione: l’errore, la disfunzione, la diversità che diventa un valore aggiunto.Il progetto che più mi ha colpito è “Levante” di Alessandro Zambelli. Una disfunzione che mi piace chiamare originalità. Morbido, pulito, elegante. EATING DESIGN in mostra tra design e cucina Un evento della scuola Food Genius Academy che ha coinvolto designer e chef attraverso interpretazioni culinarie e progettuali sul tema FOOD per dare voce alla creatività.In esposizione oggetti per la tavola e per la cucina innovativi, creativi e belli: una ventata d’aria fresca nel food design.Tra i designer presenti: Studio Ghigos, Sovrappensiero Design Studio, Into The Food, Ildoppiosegno, CtrlZak Art & Design Studio, Chiara Ricci Design, Caruso D’angeli Studio, ecc. #WITH – DESIGN WITH FOOD il design autoprodotto di qualità La premiazione del concorso #WITH – design WITH food nello spazio di Promote Design in Ventura Lambrate.L’intervento del food designer Paolo Barichella ha spiegato la scelta dei progetti da parte della giuria in termini di originalità, innovazione, eco-compatibilità.Un premio per i migliori progetti di food design ispirati al tema “Un designer e la sua relazione col cibo”. ...

Fuorisalone Gustoso 2013

La settimana del Salone? “DEVASTANTE” “Una città invasa…Mezzi pubblici in ritardo…Strade bloccate…Lunghe file d’attesa… Caos ovunque” : le parole di tanta gente che ho ascoltato lamentarsi. La mia risposta è “NO”. Milano si colora, si anima, si riempie e riesce ad accogliere ed abbracciare tutto e tutti in pochi giorni in cui quest’anno anche il sole non si è tirato indietro!La crisi scompare. L’economia gira. Ed io vado a caccia di FOOD DESIGN. PRIMA TAPPA, MASSIFICATA. “Mi gusto Tortona”: qualità e territorio le parole chiave di una settimana di showcooking per promuovere cultura e sostenibilità attraverso la creatività di famosi chef, aiutati dagli studenti della Food Genius Academy. “Food Experience Mondadori” mi ha regalato invece caricature di grandi chef e LO SPAGHETTO QUADRATO: più ruvido, più spesso, più tenace. Finalmente un pò di food design, grazie La Molisana! SECONDA TAPPA, INTELLETTUALE. La Triennale ospita di nuovo “Belgium is Design” che propone una bella collezione di accessori per la tavola dello studio Pieter Stockmans. Belli Tilting e Play&Cook in porcellana total white. Nello spazio “Habitapulia” una simpatica presentazione di ricette finger food organizzata dal collettivo di giovani pugliesi Fud Sud System  che non restano indietro alle nuove tendenze: obiettivo promozione e valorizzazione del territorio. Una citazione particolare va all’involtino di seppia “squid in black”, SPETTACOLO! TERZA TAPPA, RADICAL CHIC. Un interessante ed inedito format ristorativo esposto a Brera nel temporary restaurant Food Design Factory creato dalla designer Lucy Salamanca. Il concept è la mobilità, lo street food: vivere la consumazione all’interno di “wagon food” pensati per determinati momenti della giornata, target o cibi. Nuovi gesti, nuovi luoghi e nuovi “mezzi”. Giochiamoci bene le nostre carte. FOOD. FASHION. FURNITURE. Come ogni anno, GRAZIE MILANO. ...

Milano 2012

2012, 15° anno del Salone Satellite: il design che verrà. E quest’anno la tendenza sembra essere quella del food design. Giovani talenti che espongono opere creative, innovative, frammenti di un futuro che sembra quasi utopia. Un’utopia che trova riscontro nella realtà attraverso l’immaginazione di un mondo ispirato alla natura e dalla natura. Un set di coltelli prende vita e si libra in aria come uno stormo di uccelli (Birds, Mermeladae studio), mollette che si diramano come alberi per catturare un pezzo di pane (Clipan, Sistudio), bottiglie di vetro che iniziano una nuova avventura con infinite occupazioni (Ciclus, Tati Guimarães), simpatici scarabocchi di un artista invisibile vengono estrusi per decorare le nostre tavole come un’opera d’arte (Scribble, Yoy). Un mondo di idee coinvolgenti, affascinanti, talvolta buffe, che ci fanno viaggiare con la fantasia per poi riportarci con i piedi per terra attraverso pratiche proposte. Ma il Satellite non è tutto: anche il “fuorisalone” ci offre frammenti di un futuro ormai prossimo. Tutti sembrano affrettarsi con foga per non farsi cogliere impreparati al suo arrivo. È una corsa contro il tempo, è una gara a chi si spinge più in alto, più avanti, più lontano. Ciò che conta davvero però è l’esperienza: un brivido che provoca emozioni e suggestioni. Come l’ambiente stimolante, mutevole, interattivo dell’elegante ed avveniristico locale notturno The Club della Heineken (zona Tortona), che regala ad ogni passo una prospettiva diversa in forme, colori ed interaction design. Come la degustazione di gelati Carpigiani nello spazio di Tom Dixon (MOST), accompagnata dal concorso Designing Gelato ConeEvolution: una parete piena zeppa di schizzi ed idee, che stimola la creatività di tutti i passanti e non solo dei designer. O ancora la mostra Ultrabody (Castello Sforzesco), un’iniziativa coinvolgente che aiuta a riflettere sulla nostra relazione con gli oggetti: una serie di opere, spesso provocatorie, simbolo della continua ricerca umana per assecondare il proprio corpo (Brush ring e Finger biscuit by Paolo Ulian, King plate e Oberon by Pandora Design, ecc). Una piccola selezione di un vastissimo insieme di ambienti, interazioni, idee, prodotti e metafore che rendono eccitante ed emozionante il contatto con i progetti, con i creativi, con gli altri spettatori: una Milano che espone i germogli di un futuro visibile, per cui vale la pena fermarsi anche un solo giorno a riempirsi gli occhi, la mente ed il cuore.  ...